L’Italia è ancora attraversata dall’enorme rischio riguardo i contagi da coronavirus.
Mentre nel mondo impervia la battaglia contro il coronavirus, l’Italia deve affrontare un’altra grande sfida.
La sfida che fa riferimento ai coprifuoco, il lockdown, le zone rosse, i DPCM, e altre questioni burocratiche.
I cittadini si sono detti stanchi, inermi, e tutta la confusione che il Governo sta perpetuando nei confronti degli italiani inizia a farsi sentire.
Due esempi che confermano la grande confusione in Italia.
Il primo fa riferimento al DPCM di Natale. Uscito il 4 dicembre, a oggi non ha subito modifiche, anche se tutte le fonti statali riportano che ci saranno sostanziali cambiamento.
Il secondo, invece, riguarda la morte di una ragazza di 32 anni a Napoli.
La ragazza non è potuta essere assistita perché si trovava in una zona rossa.
Ragazza morta a 32 anni: non ha potuto lasciare la zona rossa
Il campo rom di Secondigliano è stato dichiarato zona rossa fino al 19 dicembre.
Fin qui nulla di strano, se non per la grave conseguenza che ne ha portato.
Una ragazza di 32 anni, dopo aver partorito, accusava diversi dolori e necessitava assistenza medica.
Ha così provato a lasciare la zona rossa di Secondigliano, ma gli è stato impedito.
Le ambulanze sono arrivate in ritardo, e purtroppo per la ragazza non c’è stato niente da fare. Era già troppo tardi.
Ora i cittadini di Napoli insorgono.
Dov’è stato tracciato il limite a tutto ciò?
Zona rossa a Napoli: i cittadini insorgono
Nei pressi del campo rom di Secondigliano abitano circa 700 persone.
40 di queste sono risultate positive al coronavirus.
Un numero molto alto, che ha obbligato il Governo a dichiarare il campo rom di Secondigliano zona rossa.
Ora però i cittadini insorgono: i contagiati non posso lasciare la propria zona, ma si trovano molto vicini alle abitazioni e a tutto il resto della popolazione circostante.
Per non ricreare un caso come quello della povera neo madre morta a 32 anni, è stata presentata una richiesta formale.
Separare i positivi al coronavirus dal resto della popolazione.
Una richiesta lecita, ma di difficile attuazione.
Intanto, il precedente decreto rimane valido: il campo rom di Secondigliano sarà zona rossa fino al 19 dicembre.
Ma poi, cosa succederà?