La pandemia non accenna a fermarsi. Il covid non si ferma nonostante l’introduzione della campagna vaccinale già in atto da due mesi. Purtroppo ad aggravare la situazione ci sono le nuove varianti del virus, una su tutte quella britannica. In Italia in molti stanno chiedendo infatti di prolungare la chiusura dei confini regionali fino al 5 marzo, dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia e quello della salute Roberto Speranza, alle Regioni.
La scelta della data non è casuale ma è il giorno in cui termina il DPCM attualmente in vigore.
L’obiettivo è quello di mantenere l’equilibrio difficilmente ottenuto.
I sintomi delle varianti del Covid-19
I sintomi più comuni delle nuove varianti del virus sembrerebbero essere: dolori muscolari, mal di testa, brividi e la perdita dell’appetito. Questi si aggiungono a quelli più consueti del virus come la perdita del gusto e dell’olfatto, febbre e tosse persistente. Il direttore del programma REACT all’Imperial il professor Paul Elliott ha dichiarato in merito: “Questi nuovi risultati suggeriscono che molte persone con Covid-19 non vengono sottoposte a test – e quindi non si autoisoleranno – perché i loro sintomi non corrispondono a quelli utilizzati nelle attuali linee guida sulla salute pubblica per aiutare a identificare le persone infette”.
I sintomi a seconda dell’età
Nello studio dell’Imperial College Helthcare NHS Trust e Ipsos Mori commissionato dal Department of Health and Social Care ha scoperto una differenza dei sintomi in base all’età. Nei giovani infatti si manifesta soprattutto il mal di testa e la perdita dell’appetito. Quest’ultimo però è un sintomo comune un po’ a tutte le età come i brividi e i dolori muscolari. Negli adulti invece si presentano con più probabilità la tosse persistente e la febbre.
Infine il professore Paul Elliott ha aggiunto:
“Siamo consapevoli della necessità di criteri di verifica chiari e che l’inclusione di molti sintomi che si trovano comunemente in altre malattie come l’influenza stagionale potrebbe rischiare che le persone si autoisolino inutilmente. Spero che i nostri risultati sui sintomi più informativi significano che il programma di test può trarre vantaggio dalle prove più aggiornate. E così si aiuta a identificare più persone infette”