L’alzheimer è una malattia davvero terribile.
Chiunque abbia avuto a che fare con l’alzheimer può descrivere cosa combina al proprio corpo, alla propria mente, e che disagi può provocare.
Oltre all’indubbia perdita di autonomia e di memoria, l’alzheimer è una malattia che deteriora anche le emozioni delle persone vicine al paziente malato.
Infatti, succede molto spesso che l’alzheimer si manifesti in età avanzata. Questo può provocare alterazioni della memoria, che fanno dubitare di tutto il mondo esterno.
Pensate a un figlio che non viene riconosciuto dal suo genitore, o l’impossibilità di andare in giro senza essere accompagnati.
La cosa più pericolosa dell’alzheimer, poi, è la sua incurabilità e la difficoltà di prevenirne i sintomi.
Ma oggi, grazie a uno studio tutto italiano, potrebbero sopraggiungere importanti novità dal campo medico.
Uno studio italiano rivela i primi sintomi dell’alzheimer
L’Italia, come si sa, eccelle in diversi campi scientifici.
Nonostante il nostro Paese attraversi una crisi mai risolta, e con tutti i problemi visibili che affrontiamo, una luce di speranza è data proprio dagli studiosi.
L’Università di Bologna, all’interno di un progetto per l’innovazione, ha condotto un test molto interessante per scoprire di più su questa malattia misteriosa.
A oggi, l’alzheimer risulta ancora incurabile.
Ma, con un’accurata prevenzione, la situazione potrebbe divenire meno tragica di quella che è.
Memoria e linguaggio, così si scopre l’alzheimer
In questo interessantissimo progetto, l’alzheimer è stato associato a disturbi del linguaggio.
Prendendo in esame diverse persone affette da deterioramento cognitivo lieve, grazie a importanti tecniche di NLP (Naturale Language Processing), è stato scoperto un fattore comune a tutti i soggetti.
Ovvero, la difficoltà nell’esprimersi e nell’utilizzare un linguaggio chiaro e lineare.
“Siamo ancora alla ricerca dei fattori chiave“, spiega l’Università di Bologna, “ma siamo a buon punto. La difficoltà nell’esprimersi attraverso il linguaggio è il primo sintomo che si manifesta nell’alzheimer”.
Non essendoci ancora una diagnosi efficace, è difficile poter garantire anche una cura.
Ma siamo sulla buona strada. Ed è una strada tutta italiana.