Famiglie a rischio sfratto: oltre 60 mila non riescono a pagare l’affitto
Oltre 22 mila famiglie sono a rischio sfratto entro la fine dell’anno, di cui oltre 2500 solo a Firenze.
Altre 60 mila non riescono a stare in pari con l’affitto, di cui 15 mila solo a Firenze.
Sono numeri che fanno paura, per il presente e per il futuro.
Nonostante la gravissima carenza di case popolari ed un mercato dell’affitto privato in cui i canoni di locazione sono ormai da molto tempo incompatibili con i redditi di una parte consistente dell’inquilinato, nessun provvedimento per garantire il passaggio da casa a casa delle famiglie indigenti è all’ordine del giorno del Governo e del Parlamento.
Anche in un contesto generale caratterizzato dal progressivo impoverimento dei lavoratori, dalla difficoltà delle periferie dei maggiori centri urbani e da una pandemia non ancora definitivamente risolta, l’esecuzione indiscriminata di questa grande mole di sfratti sarebbe un dramma per migliaia di cittadini ed un colpo durissimo per la coesione sociale.
L’Istat ha appena emesso un comunicato che fa paura:
ci sono circa 866.000 famiglie povere in affitto che corrispondono ad oltre il 43% di tutte le famiglie povere a fronte di una quota di famiglie in affitto rispetto al totale dei residenti che è soltanto del 18%.
In Toscana si stima che siano 80.000 mila le famiglie in emergenza abitativa e di queste 30% rischiano di avere un’esecuzione con forza pubblica entro la fine del 2021.
La pandemia ha aumentato le disparità
La pandemia ha reso una situazione delicata, ancor più difficoltosa, infatti, ha fatto aumentare in Toscana, il numero di famiglie in difficoltà economica: il 70% delle persone sono lavoratori in difficoltà, colpiti dalla emergenza sociale, senza possibilità di risoluzione dal punto di vista abitativo.
Sarà quindi necessario prima di tutto un faticoso lavoro di tracciamento e presa in carico del disagio sociale che si annida sotto l’enorme mole degli sfratti che si sono accumulati nel tempo. Questo nella speranza che poi, una volta usciti da questa delicatissima fase, verranno finalmente riavviate politiche abitative di tipo strutturale per ampliare l’offerta di case popolari e regolamentare il mercato privato delle locazioni ad uso abitativo primario tenendo conto dell’effettiva disponibilità economica delle famiglie.
L’auspicio è che su tutto il territorio italiano, siano rimesse nel circolo virtuoso delle assegnazioni, le oltre 3500 case popolari sfitte e che si costituiscano i tavoli Territoriali per l’emergenza abitativa (come previsto dalla legge 2/2019), necessari per coordinare tutti i soggetti che a livello locale si ritroveranno prossimamente coinvolti nella gestione dell’emergenza casa (uffici giudiziari preposti alle esecuzioni, Comuni, enti gestori delle case popolari, organizzazioni sindacali dei proprietari e degli inquilini, enti del terzo settore).