Emergono importanti novità sulla situazione coronavirus in Italia.
Innanzitutto, sono state proposte misure più dirette per il coordinamento tra Stato e Regioni.
Come tutti sapete, alle Regioni è stata donata flessibilità e autonomia nell’agire riguardo le misure cautelari per contenere il contagio di coronavirus. Autonomia poco dopo negata e infine negoziata, vista la suddivisione in fasce dell’Italia e delle conseguenti norme imposte dal Governo.
Oggi, le Regioni continuano a trovarsi nel caos. Lo spauracchio del lockdown nazionale fa interrogare i Presidenti di Regione: tutte queste misure cautelari, a cosa servono se il lockdown nazionale è alle porte?
Nelle ultime ore, abbiamo assistito alla Commissione Parlamentare molti rappresentati discutere proprio su questo.
Ci sarà oppure no il temutissimo lockdown nazionale?
Coronavirus, accordo tra Stato e Regioni per il lockdown
Nelle ultime ore è stata istituita la Commissione parlamentare per le questioni regionali sui rapporti tra lo Stato e le Regioni.
L’intervento più corposa, e interessante, è stato quello del Ministro Boccia, che ha fatto chiarezza sul rapporto tra Stato e Regioni.
Sul tavolo, la richiesta dei Presidenti di Regione. Ovvero la semplificazione dei 21 indicatori per la fasce di rischio.
Il Governo ha emanato una norma in cui una Regione può passare da un colore all’altro in base all’andamento dei 21 indicatori che ci raccontano la pericolosità del coronavirus all’interno di quei confini.
Le Regioni, però, hanno difficoltà a interpretare tali dati e quindi a istituire nuove norme per la prevenzione e il rispetto di tali fattori.
Inoltre, si è parlato molto del famigerato secondo lockdown che, secondo i cittadini, farebbe crollare un’economia già attualmente precaria.
Ma l’intervento è stato chiaro su questo punto.
Coronavirus, la risposta dello Stato sul lockdown
Il Ministro Boccia è intervenuto chiaramente sulla questione del lockdown nazionale.
Secondo il Ministro, l’Italia non è pronta per sostenere un nuovo lockdown. Dunque, non avrebbe gli strumenti necessari a garantire uno standard di vita agli italiani, qualora essi dovrebbero rinchiudersi (di nuovo) nella propria abitazione.
Oltre alla carenza di strumenti per le agevolazione, il Ministro ha riportato anche diversi numeri.
Secondo tali dati, non vi sono le condizioni secondo le quali l’Italia dovrebbe ripiombare in una nuova quarantena totale.
La situazione attuale è ben diversa da quello di marzo, aprile e maggio, e il Governo vuole proseguire con questo linea.
Inoltre, la suddivisione dell’Italia in fasce, è stata avallata già tempo addietro. Figlia di una programmazione del Governo che aveva già calcolato come la situazione potesse sprofondare.
Si attendono ulteriori aggiornamenti e nuove risposte dalle Regioni.