Il Bel Paese da un mese si è riavviato, questo è ormai agli occhi di tutto. Innumerevoli attività hanno riaperto dopo più di un anno di stop, come i bar, le palestre, i teatri, i musei. Ma tutto questo, a che prezzo? Perché se è vero che le riaperture hanno riportato il buon umore e la speranza nell’Italia, dall’altra molti costi sono letteralmente lievitati.
Ad essere aumentati sono i prezzi della benzina, ma non solo: anche le consumazioni nei bar e nei ristoranti sono aumentati del 2%. Ed anche se l’economia si sta riavviando, come ha voluto sottolineare il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “non si riuscirà a recuperare nemmeno un terzo di quanto perso durante la pandemia“. Cosa è cambiato dunque con il Covid-19? Continua a leggere per saperne di più.
Ancora presto per valutare
Così Mauro Antonelli, esponente dell’Ufficio Studi ha voluto chiarire: “Sono aumenti legati alla domanda, che è ripartita solo per alcuni settori, i pasti fuori casa, il tempo libero in città. Tra l’altro, il mese di maggio non ha neanche avuto ponti quest’anno. Per vedere la vera ripartenza di consumi e prezzi bisognerà aspettare giugno”. Ma Antonio Capacchione, presidente Sib Confcommercio , ha voluto dare parole di speranza: “Nonostante la stagione non sia ancora partita per via della primavera fredda, in molte località balneari c’è già il tutto esaurito. Sta tornando anche la domanda estera che l’anno scorso non c’era stata, e questo determina una iniezione di ottimismo”.
Un pericolo concreto
Fondamentale nei prossimi mesi sarà rivalorizzare le grandi città italiane, come ha spiegato Aldo Cursano, presidente vicario Fipe Confcommercio: “Le città d’arte vivono di turismo internazionale. Anche perché i residenti non abitano più nei centri storici, e molti uffici sono ancora in smart working“.
E ha voluto così concludere il suo pensiero: “Se non si punta a politiche specifiche, che facciano in modo che almeno i residenti si possano riappropriare delle loro città, per vedere un museo, prendere un gelato, andare al ristorante, persino le grandi aziende saranno costrette a chiudere“