Attenzione alle stelle nella penisola italiana dopo il focolaio che è scoppiato nelle ultime ore. Se da una parte, grazie alla vaccinazione di massa, abbiamo riacquisito molte libertà perdute nel periodo del covid, come l’assenza di coprifuoco, mangiare nei ristoranti, attività sportive e molto altro.
Dall’altra l’attenzione è ancora massima, anche perché in alcune parti del paese continuano a divampare focolai. Nelle ultime ore l’allerta è massima nel tarantino, dove sono risultati almeno trentaquattro positivi in poco tempo. Ad essere colpito, in particolare, è il carcere (sovraffollato) di Taranto, dove ora si teme un contagio di massa. Continua a leggere per saperne di più.
La nota ufficiale del segretario regionale del SAPPE
“Mentre su tutto il territorio nazionale la curva dei contagi è in discesa tanto da convincere le autorità ad allentare le misure restrittive, presso il carcere di Taranto invece è stato individuato un focolaio in cui sono coinvolti 34 detenuti pericolosi, ad alta sicurezza, che sono stati riscontrati positivi al covid”. Questo è quanto si legge nella nota a firma di Federico Pilagatti, Segretario regionale del SAPPE, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria. Prosegue poi la nota: “A seguito di ciò sono stati tamponati altri 200 detenuti, a cui seguirà la restante popolazione detenuta per un totale di circa 670 unità. Sembrerebbe che a tutt’oggi il personale di polizia penitenziaria che è stato a contatto con i detenuti in questione sarebbe risultato negativo al covid, ma ciò non ci tranquillizza poiché potrebbe accadere di tutto, anche perché non si è provveduto a tamponare tutti i poliziotti in servizio.”
Le preoccupazioni del SAPPE
La nota poi prosegue evidenziando le preoccupazioni del SAPPE: “Il SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria, è molto preoccupato e deve osservare che la stessa preoccupazione è stata delle autorità delegate alla sicurezza pubblica, tanto è vero che
il carcere di Taranto è stato presidiato da pattuglie delle forze dell’ordine, proprio perché sarebbero presenti nel carcere molti pericolosi detenuti appartenenti a clan contrapposti che, potrebbero sfruttare questa situazione emergenziale per destabilizzare ancora di più il penitenziario.”