Svelate le motivazioni che hanno spinto l’attentatore ad esplodere il colpo. Ecco le inquietanti piste da seguire.
Cosa successe
Ormai tutto il mondo ricorda la data del 13 maggio 1981: nel giorno della festa della Madonna di Fatima, Papa Giovanni Paolo II, subì un attentato.
Intono alle 17:15 del giorno in cui ricorre l’anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli (Lucia, Jacinta, Francisco), il turco Ali Ağca, appartenente al gruppo di estrema destra turca dei lupi grigi, esplose alcuni colpi dalla sua pistola Browning HP 9mm Parabellum (ritirata poco prima da un deposito a Zurigo).
Il Papa venne ferito gravemente. Trasportato d’urgenza al Gemelli di Roma, venne sottoposto ad una operazione (di 5 ore e mezza) per rimuovere il proiettile che, anche secondo i medici del Gemelli, era stato miracolosamente deviato da qualcuno o qualcosa.
Ragionevolmente, si gridò subito al miracolo.
Lo stesso Pontefice, due anni dopo (1983) andò a far visita al turco, rinchiuso nel carcere di Rebibbia.
Ali venne perdonato ed ora quel proiettile è stato incastonato nella corona della Madonna di Fatima, in ricordo e come ringraziamento.
Le motivazioni del sicario
L’attentato è legato a doppio filo con Fatima, non solo per la ricorrenza del giorno, ma anche per le motivazioni che avrebbero spinto i mandanti del tentato omicidio, a pagare un sicario che esplodesse colpi d’arma da fuoco contro l’allora Pontefice.
Per molti anni, ci si è chiesto chi ci fosse dietro il tentato omicidio e forse oggi possiamo trovar risposta.
In particolare sono due le piste che sono state prese in considerazione: la prima è quella “russo-bulgara”, secondo la quale l’attentato sarebbe stato organizzato dai servizi segreti bulgari ispirati dal KGB, la seconda è “interna alla Chiesa”, emersa solamente grazie al secondo attentatore Oral Celik che dichiarò di esser stato mandato da due cardinali.
Se fossero stati i comunisti atei russo-bulgari, le motivazioni sarebbero ancora da mettere in chiaro: sicuramente non sono stati spinti da una voglia di veder realizzato il terzo segreto di Fatima (rivelato qualche decina di anni più tardi, nel 2000) che parla apertamente di un
“Santo padre che muore sotto i colpi di arma da fuoco”
Questa invece potrebbe essere la motivazione che avrebbero seguito i due cardinali, gettando così l’attenzione sulla pista “interna alla Chiesa”
A tal proposito, Benedetto XVI rivelò:
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”
Alludendo al fatto che il messaggio di Fatima deve ancora esser realizzato, non confermando di fatto, che si sia compiuto con l’attentato al Pontefice del 1981.
E ancora, solamente qualche anno fa, un cardinale molto noto, molto vicino alla Massoneria, avrebbe dichiarato:
“Distruggeremo Fatima”