Denise Pipitone, emerge una nuova pista. L’avvocato: “siamo fiduciosi”

Emergono importanti novità sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa nell’estate del 2004, quando aveva 4 anni.

La trasmissione “Chi l’ha visto”, celebre per i suoi interessamenti a casi di questo genere, sta seguendo una nuova pista insieme agli avvocati della famiglia.

Purtroppo, ricorderete tutti la storia di Denise Pipitone.

Era il primo settembre 2004, quando Denise scompare nel nulla. La bambina stava giocando davanti il portone della sua casa, a Mazara nel Vallo, in provincia di Trapani.

Da quel momento in poi, la mamma Piera Maggio ha speso tutte le sue energie e forze per ritrovare la sua bambina perduta.

Negli anni sono arrivate tantissime segnalazioni, che purtroppo non hanno condotto a nessuna pista.

Ma ora il caso sembra avere una nuova svolta.

I presunti avvistamenti

Il coraggio e la perseveranza della mamma Piera Maggio è stato per anni un esempio.

Piera si è fatta in 4 per lanciare appelli, seguire ogni pista, e accendere delle speranze sul ritrovamento della bimba.

Ricordiamo le due piste dei campi romche a seguito di segnalazioni e registrazioni di videocamere le forze dell’ordine hanno seguito.

Oppure il caso del messaggio su Facebook, da parte di una ragazzina, che scrisse a Piera Maggio “Ciao mamma, sono la tua Denise“.

O ancora, altri avvistamenti nel Nord Italia (a Padova, Cremona, Bologna…). Purtroppo, nessuno di questi si rivelò portare a Denise.

Ma ora si accende una nuova speranza.

La donna russa

Nelle ultime ore, la trasmissione “Chi l’ha visto” ha mandato in onda un servizio su una donna russa.

La donna, che corrisponde per età a Denise, parla di esser stata rapita nel 2004 e di non sapere nulla della sua famiglia.

Ovviamente, la speranza di Piera Maggio si è riaccesa di nuovo.

La donna russa, infatti, assomiglia tantissimo a Piera.

Dalle parole dell’avvocato della famiglia Pipitone, capiamo come questa pista si voglia seguire, dato che già nel 2004 c’erano alcuni indizi che riportavano a una presunta pista russa.

L’avvocato si è detto fiducioso di di effettuare i test del DNA il prima possibile.

C’è solo da sciogliere le limitazioni agli spostamenti causa coronavirus.


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