La pandemia globale scaturita dalla diffusione del contagio da coronavirus non accenna a fermarsi.
Nonostante le molte misure restrittive che i Paesi del mondo stanno attuando, la curva dei contagi non mostra particolari cambiamenti.
Noi cittadini facciamo il nostro dovere cercando di contenere quelle azioni che velocizzano la diffusione del virus.
In contemporanea, lo Stato prova a regolamentare le attività e firmare decreti per la salvaguardia della salute.
E in parallelo, numerose equipe mediche studiano quel fenomeno che mai si era verificato prima.
E sono proprio questi ultimi, i medici, che giorno dopo giorno, studio dopo studio, riescono a darci importanti novità sul funzionamento del virus. E, soprattutto, sulle modalità di contagio.
L’ultimo aggiornamento in questo senso arriva dalla neuroscienza.
Ecco un aspetto che finora era stato sottovalutato: il ruolo del cervello.
Coronavirus, gli aspetti neurologici aiutano a trasmettere il contagio
Intervistato da Adnokronos, il neurologo Rosario Sorrentino ha fatto luce su un aspetto sinora trascurato.
Ovvero, il ruolo del cervello nella trasmissione del coronavirus.
Secondo lo studioso dei meccanismi cerebrali, un certo tipo di carattere costituisce un fattore nella trasmissione del virus.
Il carattere, come sappiamo, viene influenzato da come utilizziamo il cervello. La nostra materia grigia elabora migliaia di informazioni al secondo, che poi trasmette al resto del corpo per muoversi e fare attività.
Secondo il neurologo, questo aspetto potrebbe aiutare il coronavirus a diffondersi.
“Pensare prima di agire”, così si combatte il coronavirus
In pratica, in questi giorni così frenetici, abbiamo cambiato radicalmente le nostre abitudini.
Velocizziamo di tanto i normale processi, e compiamo azioni sempre più rapidamente e sempre più in contemporanea.
Questo cosa comporta? Che il cervello elabora una quantità di informazioni più velocemente, in un tempo sempre più ristretto.
Questa fretta e frenesia che accompagna i giorni che stiamo vivendo, influisce sulla diffusione del contagio da coronavirus.
Infatti, le persone più frenetiche, sono quelle che trasmettono con più facilità il virus. Questo perché, tra le tante informazioni che elaborano i neuroni, ogni tanto qualcuno si può perdere per strada.
Quindi la fretta aiuta a diffondere il contagio poiché alcune importanti azioni (la mascherina, lavarsi le mani, ecc.) verrebbero “dimenticate” oppure “sottovalutate” dall’individuo.
Per questo, il neurologo raccomanda calma e respiri profondi.
“Pensare prima di agire”, ed è in questo modo che si combatte il contagio.