Uno dei grandi problemi di questo 2020 era già stato annunciato.
Le festività natalizia concomitanti con la crisi da coronavirus.
Tutti gli italiani hanno stretto i denti per far passare queste feste, e resistere alla tentazione di riunirsi con i propri parenti.
In primo luogo, le stringenti normative emanate dal Governo con il DPCM di Natale, hanno posto rigidi limiti ai movimenti degli italiani.
Poi, gli assembramenti che sarebbero potuti derivare da una riunione con amici e familiari in spazi stretti, hanno costretto gli italiani a rimandare al prossimo anno il tradizione “cenone” natalizio.
Dunque, a oggi ci chiediamo: ne è valsa la pena effettuare questi sforzi?
Stando a sentire un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, la situazione è ancora molto preoccupante.
Il rapporto dell’ISS: tutte le Regioni sono a rischio
L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha stilato un rapporto su sui mette a rischio tutte le Regioni di Italia.
In particolare, si parla delle Regioni ad alto rischio di superare la soglia di occupazione all’interno dei reparti di terapia intensiva.
Come tutti sapete, a inizio pandemia sono stati stilati una serie di indicatori, utili per comprendere rapidamente se la situazione in Italia si trovasse anche sotto rischio, in transizione, o salva.
Uno di questi indicator è la isoglia di occupazione delle terapie intensive.
Rapporto ISS: ora come comportarci?
Stando al rapporto dell’ISS, molte Regioni avranno dei problemi a contenere i malati di coronavirus all’interno delle terapie intensive.
Nel documento, viene dunque fatta una previsione in base alla situazione attuale di queste Regioni.
Per fortuna, sono solo cinque le regioni ad alto rischio. Tra queste troviamo Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto, mentre a rischio moderato troviamo Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sardegna e Toscana.
Emilia-Romagna, Molise, Valle, d’Aosta hanno un tasso di rischio moderato, ma si trovano nella possibilità di progredire e divenire più preoccupanti. A rischio basso abbiamo provincia autonoma di Bolzano, Abruzzo, Campania e Sicilia.
Tra queste, la Regione più in pericolo è proprio il Veneto, che mantiene un indice RT puntuale in uno scenario di tipo 2.