La pandemia da coronavirus si trova davvero a un punto critico.
O meglio, è l’Italia ha trovarsi in un punto che potrebbe essere di non ritorno.
Come tutti sapete, il 16 gennaio il Governo emanerà un nuovo DPCM. E, tra le proposte dei consiglieri, vi era quella di bloccare nuovamente l’intero Paese con un lockdown di un mese.
Una grande paura per tutti gli italiani, che nonostante abbiano a cuore la propria salute, e siano disposti anche a compiere sacrifici come quello della quarantena forzata, si trovano in una scomoda posizione.
Un nuovo lockdown significherebbe ancora meno lavoro, negozi chiusi, esercizi commerciali in crisi, e difficoltà di gestire la famiglia.
Ma allora, qual è davvero la situazione?
Coronavirus, in Italia proposto lockdown di un mese
Il DPCM del 16 gennaio, salvo mutazioni dell’ultimo momento, dovrebbe salvaguardare la divisione dell’Italia per fasce di colori. Con un’importante novità.
Ovvero, l’introduzione della zona bianca, quella per le Regioni meno colpite dal coronavirus, in cui vi sarebbero molte meno restrizioni.
Il pericolo, però, è di tornare ancora a un punto di partenza, lasciando gli italiani così liberi di coadiuvare il virus a trasmettersi.
Walter Ricciardi è il consulente al Ministero della Salute.
In questo periodo di pandemia, è stato un consigliere importante per le decisioni del Governo.
Ma Ricciardi non si è mai nascosto: è un sostenitore della linea rigida, ovvero quella parte del Governo che vorrebbe nuovamente chiudere tutto.
Ma quali sono le sue motivazioni?
Coronavirus, serve oppure no un nuovo lockdown?
L’idea di Walter Ricciardi, consulente al Ministero della Salute, è semplice.
Bisogno chiudere tutto, di nuovo, per un mese.
“Con questo sistema a zone colorate, continuiamo a inseguire il virus invece dovremmo anticiparlo. I vaccini vanno bene, ma serve tempo per somministrarli a tutti. Servirebbe un lockdown di due mesi, ma l’Italia non parte da zero e quindi ne basterebbe uno solo”.
La quarantena è un male necessario, oppure vi sono altre vie percorribili?