Carlo Conti torna a parlare di quando ha avuto il Covid
“E’ stato difficile”
Carlo Conti, recentemente è tornato a parlare di quando ha contratto il Coronavirus.
Carlo Conti è dei presentatori più presenti nelle tv degli italiani.
A ottobre, quando conduceva Tale e quale show, è stato costretto a fermarsi a causa del Covid, contratto inizialmente in forma asintomatica, e poi sviluppatosi al punto da rendere necessario il ricovero ospedaliero al Careggi di Firenze.
Carlo conti ha affermato: “Non ero terrorizzato, anche perché di carattere sono una persona che tende ad avere una buona dose di autocontrollo, ma non è stato semplice”
Nei primi giorni di scoperta della malattia, Carlo Conti è stato relativamente bene tanto da riuscire a condurre da casa una puntata del suo Tale e quale show. Era venerdì sera e, benché affaticato, il presentatore non mostrava particolari criticità. La situazione è peggiorata nel corso del weekend, tanto da costringerlo a rivolgersi alle cure mediche. “Il virus stava per attaccare i miei polmoni, ma i medici hanno scongiurato il peggio”
Io e Gerry Scotti ci scrivevamo tutti i giorni
Sono stati molti i volti noti contagiati dal Covid-19, alcuni di loro sono stati ricoverati in gravi condizioni.
Non è questo il caso di Carlo Conti, che è però è rimasto sconvolto dall’aver contratto il Coronavirus:
“È una disavventura che ti cambia profondamente. Ricordo la paura di poter contagiare mia moglie e mio figlio Matteo. Lo stupore di essere positivo, perché ho sempre tenuto alta la guardia. I primi giorni non ho accusato grandi sintomi, ma devo ammettere che è stato il saturimetro a salvarmi e consiglio a tutti di averne uno in casa“.
Per fortuna, non è stato tra i casi più gravi:
“per fortuna è bastato un po’ ossigeno e terapie mediche“. ha affermato
Sempre in quel periodo, si è ammalato un’altro conduttore TV con il quale il conduttore di Rai1 si è costantemente tenuto in contatto nei giorni di ricovero. Conti e Gerry Scotti si considerano ora “fratelli di virus” si sono sentiti spesso, anche dal letto d’ospedale:
“Ci scrivevamo tutti i giorni scambiandoci informazioni sulle cure, sul nostro stato d’animo e sul pranzo. Era un modo per trovare un pretesto per sorridere“.