Caos Ciro Grillo: “mia figlia trattata come fosse un trofeo”

Torna a esplodere il caso che ha visto coinvolto Ciro Grillo e i suoi amici.

Il figlio di Beppe Grillo, infatti, è stato denunciato per uno stupro di gruppo avvenuto nel 2019.

La storia che ha visto coinvolto Ciro Grillo e i suoi amici diventa sempre più incandescente.

La ragazza che ha accusato l’ex leader del Movimento 5 Stelle, torna a parlare attraverso i suoi legali. Ma soprattutto, emerge un’altra voce: quella della madre.

Parole al vetriolo della madre, che conferma il fortissimo stato di shock che sta vivendo suo figlia e tutta la sua famiglia.

Nonostante tutto, spera nella giustizia, e crede che essa possa fare il suo corso.

Ma ci sono certe cose che non sono ancora chiare.

La vicenda di Ciro Grillo

Ciro Grillo è stato coinvolto in un’accusa che è delle peggiori: quelle di stupro.

Durante una serata estivo, Ciro e i suoi amici conoscono un gruppetto di ragazze, e le invitano nella villa del figlio di Beppe Grilo.

Da lì in poi, le due versioni: secondo Ciro e i suoi legali, si è consumato un rapporto sessuale di gruppo, dove la ragazza era consenziente e la sua amica dormiva.

Mentre, secondo la ragazza, Ciro e i suoi amici hanno compiuto uno stupro, umiliando, degradando e riprendendo il tutto con il cellulare.

Proprio questi video sarebbero la causa del furore della madre.

“Mia figlia non è un trofeo”

La vicenda è tornata a essere infuocata dopo le parole della madre.

Infatti, la cosa che non le è andata giù è la circolazione del video in rete.

“Fango. State buttando fango. Dolore aggiunto al dolore. Come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo. Frammenti di un video condivisi tra amici, è assurdo. È qualcosa che ci riporta a un passato barbaro che speravamo sepolto insieme alle clave”. 

“Confidiamo nel fatto che tutto questo fango sarà spazzato via facendo emergere la verità. In ogni caso, la fiducia nella  giustizia e il rispetto per le istituzioni  –  che ci hanno guidato finora  e  che continueranno a guidarci in futuro – non significano che siamo spettatori passivi”,
ha concluso la madre.

 


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