Non tutti i mali vengono per nuocere, verrebbe da dire prima di raccontarvi questa notizia. Sicuramente molti di voi si ricorderanno di Malika, la ragazza gay cacciata di casa per il suo orientamento sessuale. Una storia triste che però ha avuto un risvolto inaspettato.
I suoi video al tempo fecero il giro del mondo, tanto che la cugina pensò di aprire una raccolta fondi per lei. I risultati di quest’ultima furono sconvolgenti, ed i soldi ricevuti da Malika sono più di quanto si aspettasse. Fin qui tutto ok penserete, purtroppo però si è scatenata una nuova bufera sulla ragazza: Malika, infatti, ha comprato una Mercedes con i soldi della raccolta fondi, infiammando le reazioni del web. La ragazza ha poi cercato di giustificarsi. Come? Continua a leggere l’articolo per scoprirlo.
La foto in Mercedes
Come anticipato, oggi vi parliamo della storia di Malika, la giovane cacciata di casa dai genitori perché omosessuale. La madre la minacciò per diverse settimane tramite i social, così dopo l’appello della ventiduenne, la cugina pensò di aprire una raccolta fondi in suo favore. Il fato ha poi voluto che le donazioni arrivassero ad una cifra enorme, tanto che la prima raccolta si è fermata a 12mila euro, già un buon risultato. Ma la seconda è arrivata addirittura a 140mila euro. Ed è la cifra enorme dei soldi ad aver scatenato ora una nuova polemica sulla ragazza. Il tutto perché è uscita una foto di Malika alla guida di una Mercedes nuova di zecca. La ragazza ha provato quindi a giustificarsi dicendo che l’auto non era sua ma dei genitori della sua compagna. Quest’ultima notizia però è stata smentita…
L’ammissione di Malika
A fare un po’ di chiarezza ci ha pensato l’agente di Malika, che ha spiegato che la seconda raccolta fondi non era stata voluta dalla ragazza, ma che il ricavato è stato comunque destinato a lei.
Dopo tante accuse, alla fine è arrivata anche l’ammissione da parte della diretta interessata: “Volevo togliermi uno sfizio. Mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto. Se ho mentito sulla macchina è perché mi hanno chiusa, messo in uno sgabuzzino…”.