Matteo Bassetti si scaglia contro gli Italiani: “Dovete fidarvi di noi”
“Non dovete scegliere il vaccino”
Il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, si è mostrato indignato. L’infettivologo, ospite ad una trasmissione su radio Cusano campus si è sfogato riguardo la possibilità dei cittadini, di scegliere a quale vaccino sottoporsi.
Queste sono state le sue parole:
“Oggi abbiamo due tipi di vaccini, quelli a mrna e quelli a vettore virale. Trovo abbastanza assurdo e anche allucinante che le persone scelgano il vaccino, qui non è che si tratta di scegliere una borsa o un paio di scarpe. Abbiamo studiato una vita per capire, leggere gli studi clinici, quindi o si pensa che noi medici siamo lì per fare il male della gente oppure bisogna fidarsi del proprio medico di medicina generale che deciderà a, b o c. Se non ci fidiamo e vogliamo essere noi a decidere quale vaccino a fare a questo punto è un meccanismo perverso e io non ci voglio stare”.
Esistono gli enti regolatori
Bassetti non ci sta, nell’intervista fa sapere che:
“Gli enti regolatori sono lì per fare quel mestiere, per stare dalla parte della gente, se invece si pensa che sono lì per fare gli interessi delle case farmaceutiche allora non abbiamo capito niente. Sono gli stessi enti regolatori che ci permettono di avere farmaci grazie ai quali v viviamo così a lungo. O quell’ente e la medicina è buona in toto, o non può essere buona solo a corrente alterna”
Ha poi voluto aggiungere qualcosa anche sui monoclonali (argomento ampiamente trattato a più riprese dalla trasmissione televisiva Le Iene)
“Sono un’opportunità che alcuni di noi stanno sfruttando più di altri, ci sono regioni che le usano di più rispetto ad altre. Sono farmaci che servono nelle prime fasi della malattia, come se fossero un vaccino preconfezionato. Sono anticorpi già pronti per funzionare nel giro di poche ore e servono per spegnere sul nascere l’infezione. Questo è utile soprattutto nelle persone che hanno dei problemi di base. E’ una terapia complementare, non esclusiva”.
Ha poi concluso il discorso, parlando delle riaperture, e della possibilità di una “ricaduta” da parte del paese:
“Lo interpreto da una parte come un segno di fiducia nei confronti dei cittadini, dall’altra un modo per dire: attenzione, con questo virus continueremo a farci i conti ancora per molto tempo, anche se con numeri diversi, quindi è il caso di tornare ad una normalità controllata, in sicurezza, con un percorso a step. Io francamente, a differenza di qualche altro mio collega, non ci ho trovato nulla di male, anche perché si tratta semplicemente di tornare ad un mese e mezzo fa, quando c’erano le regioni gialle“