Andiamo a trattare un argomento attuale e che ha fatto rabbrividire moltissime persone. Si tratta di una coppia, due gestori di una pizzeria che hanno voluto aprire la loro attività non curanti delle restrizioni e delle norme anti-covid. I due signori erano risultati positivi al covid, per questo avevano l’obbligo di restare in quarantena a casa, per evitare di contagiare terzi e quindi per non far si che il virus covid 19 non si diffondesse ancora di più.
La vicenda avviene in Puglia, nei pressi di Bari, precisamente a Molfetta. I gestori del locale sono stati denunciati per epidemia colposa e alla loro pizzeria sono stati messi i sigilli dalle autorità competenti.
Il reato commesso
La coppia è stata vista dagli agenti della polizia locale mentre era all’interno della pizzeria a occuparsi dei rifornimenti alimentari. Nel pomeriggio dunque sono ritornati presso la loro attività per aprirla e sono stati intercettati dalle forze dell’ordine che hanno avvisato subito il magistrato emanando così istantaneamente un ordine di chiusura per la pizzeria.
Sempre a Molfetta due gestori di bar sono stati sanzionati perché somministravano bevande all’interno del locale, un residente nel comune vicino di Giovinazzo è stato multato per la violazione della zona arancione, e altre 17 persone sono state sanzionate per assembramenti e per il mancato utilizzo della mascherina.
Questo non significa però che tutti quanti i ristoratori sono dei pazzi che non rispettano le regole e che aprono essendo positivi al covid 19. Infatti le autorità competenti del luogo hanno controllato complessivamente, precisamente nell’area della cittadina di ottanta mila persone (80.000) sanzionandone mille (1000) per la violazione delle regole anticontagio ossia uscire dal proprio comune di residenza, distanziamento sociale, obbligo dell’uso della mascherina, assembramenti.
Stando a quanto riportato dalla procura di Bari inoltre sono state controllate all’incirca duemila attività commerciali ed economiche, e sono sati ufficialmente multati circa 30 gestori di queste attività, disponendo la chiusura immediata di quest’ultimi (2.000)