Coronavirus, la previsione del virologo Gori
Addio alle mascherine, quando?
Il virologo Andrea Gori, primario del reparto malattie infettive del policlinico di Milano sostiene che dovremmo convivere con le mascherine almeno fino alla seconda metà del 2021
Ormai il Coronavirus si è propagato in Italia e nel mondo da più di un anno, e, abbiamo dovuto cambiare radicalmente molte nostre abitudini,
tra queste spicca quella di indossare la mascherina: il dispositivo di protezione individuale che ci tiene parzialmente al sicuro dal covid19, che chiaramente deve essere accompagnata da altri procedimenti fondamentali che ormai conosciamo (come lavarsi le mani spesso, mantenere le distanze, lavare le mascherine se riutilizzabili, o cambiarle ogni 4 ore se non riutilizzabili) ci siamo abituati a convivere con le mascherine, ma in tanti sognano di dire addio alle mascherine e di tornare alla normalità, ma sembra che dovremmo tenerle sul viso ancora per molto tempo.
La previsione
La pensa così anche il direttore di malattie infettive Andrea Gori, primario del reparto malattie infettive del policlinico di Milano
Ha spiegato il Dott. Gori: “La terza ondata del coronavirus è una probabilità nei confronti della quale ci siamo già attrezzati, in quanto memori di quanto avvenuto nei mesi scorsi e più preparati ad affrontare la situazione. Tuttavia la certezza è che dovremo stare con la mascherina anche in primavera e in estate, se non oltre. Non se ne uscirà prima”
D’altronde, dopo il ritardo europeo con la campagna di vaccinazione era prevedibile che l’uso delle mascherine si sarebbe prolungato di molto
La Commissione europea ha recentemente indicato l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione adulta entro l’estate, ma per raggiungerlo sarebbe necessario un ritmo di somministrazione sei volte superiore a quello attuale.
Conti alla mano, Ora come ora l’immunità di gregge sarebbe raggiunta solo alla fine del 2022
Per una sana ripresa economica, almeno nella seconda metà del 2021, i Paesi dell’Ue dovrebbero intraprendere un programma di vaccinazioni mirato sulle persone a rischio (20%-30% del totale a seconda della composizione demografica) entro il primo semestre dell’anno, così da allentare le restrizioni senza pesare sul sistema sanitario.