Taranto: Federica si spegne a soli 5 anni
Una terribile tragedia si è consumata a Taranto.
Federica è morta a soli 5 anni, dopo essere risultata positiva al Covid.
La bambina, si è spenta venerdì dopo due settimane in rianimazione all’ospedale Giovanni XXIII di Bari soprattutto perché aveva una neoplasia al cervello.
La scoperta della malattia risale alla primavera dello scorso anno. Poi si è aggiunta nelle ultime settimane l’infezione da Coronavirus, forse contratta fra un ricovero e un altro.
Federica ha lottato con forza in questi mesi, ma gli interventi chirurgici e le terapie tra il capoluogo pugliese e il Bambin Gesù di Roma sono purtroppo risultati vani.
Comunità tarantina sconvolta
La notizia della sua morte ha sconvolto l’intera comunità tarantina, scossa poco più di un mese fa per la perdita di Vincenzo, il bambino di 11 anni morto anche lui col Covid e un raro cancro alle ossa.
Per lui si era mobilitata tutta la città con una raccolta fondi per far fronte alle cure e a un difficile intervento sempre al Bambin Gesù.
Un appuntamento al quale il bimbo del rione Tamburi, quello confinante con l’area industriale, non è riuscito ad arrivare. In tanti si sono scagliati contro l’inquinamento che affligge il territorio.
Annamaria Moschetti, pediatra da oltre trent’anni, in attività a Palagiano, presidente della commissione Ambiente dell’Ordine dei medici di Taranto, comprende il sentimento che accomuna molti.
“Taranto è un Sin, Sito di interesse nazionale, che per definizione è soggetto a bonifiche a causa della contaminazione ambientale e per i rischi sanitari che ricadono sulla popolazione”.
Valerio Cecinati, il primario, e il reparto dedicato a Nadia Toffa al sesto piano dell’ospedale di Taranto, rappresentano in quei mesi la loro casa, il punto di riferimento.
Ed è lì e per gli altri bimbi in cura, un centinaio, che Mariella e Lorenzo dedicano tutta l’energia delle parole e dello sguardo di Federica, raccogliendo fondi con l’associazione Genitori di Taranto Onco-ematologia pediatrica fondata da Floriano Dandolo. Con 15 mila euro hanno garantito la borsa di studio a Gabriella Di Carlo, medico in formazione.