Tutti sono a conoscenza del triste fatto di cronaca che ha come protagonista Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo (provincia di Trapani) che il 1 settembre 2004 è scomparsa mentre stava giocando. Da allora sono iniziate delle incessanti ricerche, che hanno visto susseguirsi una serie di eventi sconvolgenti.
Sono arrivate infatti segnalazioni da tutto il mondo di persone che credevano di aver avvistato Denise, ma invano. Il caso più eclatante, quello di Olesya Rostova, la ragazza russa che assomigliava in maniera incredibile alla bambina di Mazara del Vallo, ma il cui DNA non corrispondeva. Tutta questa vicenda non ha mai arrestato la speranza di ritrovarla, soprattutto in Piera Maggio, la mamma di Denise. Continua a leggere l’articolo per scoprire cosa ha dichiarato nelle ultime ore.
Una forza inarrestabile
La mamma di Denise pochi giorni ha partecipato ad una puntata del programma su Rai 1, Uno Mattina, lasciando che ogni suo pensiero fluisse libero. Piera Maggio nonostante siano passati molti anni dall’ultima volta che ha visto sua figlia, non ha mai voluto abbandonare la speranza, al contrario ha sempre cercato di mettere in luce tutti gli aspetti controversi del caso. E come ogni mamma che non vede da molto la propria bambina, la prima cosa che farebbe sarebbe questa: “Non parlerei con lei, la stringere forte forte tra le mie braccia. Forse è proprio quel contatto che mi manca da tanti tanti anni“.
Le sue toccanti parole
Riportiamo le parole di Piera: “Le persone che hanno rapito Denise non si aspettavano la mia reazione. Forse non avevano messo in conto questo, che non avrei mollato. Io con tutto il mio dolore sono ancora qui a battermi per fare in modo che si faccia luce. Io sono sempre stata chiara in tutti questi anni, ho sempre esposto le mie perplessità in tutta questa vicenda.
Ha voluto poi così concludere: “Quindi non mi sono mai nascosta dall’esternarlo. Oggi c’è una consapevolezza diversa, quello che io esponevo si è concretizzato attraverso la voce di un magistrato. E allora qualcuno magari oggi si chiede pure ‘allora c’è veramente qualcosa che non andava”.