Sanremo è finito, ma non sono finite le polemiche. La settantunesima edizione del festival canoro più famoso d’Italia è terminato con la vittoria dei Maneskin a discapito dei secondi Fedez e Francesca Michielin e del terzo Ermal Meta.
Tra gli altri vincitori si segnala: il premio Mia Martini a Willy Peyote con Mai dire mai, il premo Lucio Dalla a Colapesce e Dimartino con Musica leggerissima, il premio Sergio Bardotti per il miglior testo a Madame con Voce, il premio Giancarlo Bigazzi a Ermal Meta ed infine il premio città di Sanremo al co conduttore del festival, Fiorello. Proprio quest’ultimo è al centro delle critiche del vescovo di Sanremo, insieme a molti altri. Scopriamo cosa è stato dichiarato.
Le accuse al Festival di Sanremo
Non sono mancate le polemiche come sempre succede al festival della canzone italiana Sanremo. Quest’anno le critiche però provengono da niente po’ po’ di meno che dal vescovo della stessa città ospitante, Sanremo. Antonio Suetta ha infatti voluto dire la sua su questa edizione del festival, pubblicando sul sito della Diocesi una lettera in cui attacca l’edizione di quest’anno condotta da Amadeus per “la mancanza di rispetto e derisione verso la fede cristiana esibite in forme volgari e offensive” da alcuni protagonisti sul palco. Nel mirino in particolare del vescovo alcuni artisti illustri come Achille Lauro, i Maneskin e il co conduttore Rosario Fiorello.
La nota ufficiale del Vescovo di Sanremo
Questo è quanto si legge dalla nota ufficiale del Vescovo Antonio Suetta: “A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto.
Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede “dei piccoli”, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante. …
Quanto al premio “Città di Sanremo”, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente “non in mio nome”.