Il 2020 è ormai arrivato alla sua conclusione, ed è tempo di bilanci.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Italia, il bilancio non è di certo positivo.
Un numero molto alto di morti, un’emergenza sanitaria ancora nel pieno della sua espansione, una grave crisi economica, e scollature all’interno del Parlamento.
Insomma, il Governo avrà il suo ben da fare per riparare ai danni che il 2020 ha comportato.
Sul tavolo c’è la manovra economica per il 2021.
Molte attività rischiano seriamente di non riaprire per il nuovo anno, e ciò causerebbe incalcolabili danni all’economia.
Leggiamo e scopriamo insieme la manovra economica del Governo per il 2021.
Manovra 2021, l’Italia è in netto ritardo
Il bilancio per il 2020 per l’Italia non è di certo positivo.
Questo lo sapevamo già, ma risulta maggior pesante leggerlo negli atti e decreti di fine anno.
Al 31 dicembre il Governo dovrà fare un riepilogo di tutte le norme proposte durante l’anno solare, che sono in agenda per il 2021 per la loro trasformazione in legge.
La pandemia e le sue conseguenze, hanno fatto scattare innumerevoli ritardi per l’agenda 2021.
Per questo, la manovra atta a risollevare l’economia nel 2021, dovrà essere vagliata a tempo di record.
Sul piatto ci sono miliardi che dovranno servire per risanare l’economia del Paese.
Al 30 dicembre, tale manovra non si trova ancora nell’agenda per il 2021.
E questo ha fatto scattare la rabbia degli italiani.
“Siamo in ritardo ma ce la faremo”
Antonio Misiani è il Vice Ministro all’Economia del Governo Conte.
Tramite le sue parole, veniamo a conoscenza del grave ritardo accumulato dallo Stato italiano.
“Siamo in ritardo, soprattutto perché ci sono stati degli errori negli atti. Se la manovra dovesse passare così, si rischia che un miliardo di euro non venga investito correttamente. Ma stiamo lavorando in tempi da record“.
Insomma, causa un errore, l’Italia rischia di perdere un miliardo di euro nella sua manovra economica.
Il Vice Ministro Misiani si dice fiducioso che l’atto verrà modificato entro il 31 dicembre, per consentire la ripartenza.
Ma ce la faremo davvero?